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Massimo Cervelli

"..un perché dietro la loro nascita che li rende immortali.."

“Siamo nel 1947 a Torino davanti alla sede della #PininFarina in Corso Trapani, a me queste immagini emozionano non solo per quello che è visibile agli occhi, in loro c’è tutto quello ha reso le auto italiane uniche al mondo.


Il prototipo della #MaseratiA6 segna l’inizio della produzione delle vetture stradali per il #Tridente, uno dei pilastri della storia del marchio, l’ultimo progetto seguito dai fratelli Maserati con Alberto Massimino e Vittorio Bellentani.

Fu esposto al primo Salone di Ginevra del dopoguerra, simbolo di una rivoluzione che i carrozzieri italiani stavano mettendo in opera, esempio di stile che provoca ammirazione e desiderio e che riaccende i sogni degli Italiani e degli appassionati di tutto il mondo.


Quanto coraggio e carattere con quelle proporzioni esasperate, accentuate da un lungo passo, sbalzi quasi assenti, un parabrezza che nasce a metà del corpo vettura, la fiancata a pontone senza parafanghi, tutto straordinariamente eccezionale, così come i fari a scomparsa, le tre uscite d’aria romboidali sulla fiancata, elemento stilistico ripreso decenni dopo e che tutt’oggi contraddistingue tutti i modelli, lunotto piccolo e bombato e addirittura un tetto apribile in plexiglass.


Il suo cuore un 6 cilindri derivato dalla 6CM, con testata riportata e comando delle valvole monoalbero per una potenza di 65 CV e una velocità massima di 155 Km/h.


C’è qualcosa che affascina nella storia del #Tridente, una storia che ha visto diversi proprietari, diversi carrozzieri e cambi di direzione ma che ha sempre saputo mantenere nel suo DNA il sogno dei suoi fondatori che hanno sempre messo al centro il motore, la creatività progettuale e un’audacia che ha dato al marchio una forza costante nel tempo, nonostante le difficoltà e molto spesso i mezzi limitati a sua disposizione.


Quando sento che le automobili di oggi saranno le auto da collezione di domani sorrido sempre, come se fosse l’età a determinare la rilevanza storica. Non è così.


Gli oggetti che diventano da collezione hanno sempre un perché dietro la loro nascita che li rende immortali, non basta essere belli, e neanche comodi o veloci, bisogna creare qualcosa che non c’è, bisogna seguire il cuore per entrare nella storia.” #Massimo




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